Sulle tracce della “taranta”, un viaggio alla scoperta della meravigliosa Galatina e delle sue tradizioni.
Overview
La Cappella di San Paolo: tra sacro e profano
Si racconta che gli apostoli Pietro e Paolo, durante il loro viaggio di evangelizzazione, sostarono a Galatina e che San Paolo, riconoscente della calda ospitalità ricevuta da un pio, diede a lui ed ai suoi discendenti il potere di guarire coloro che fossero stati morsi da ragni velenosi. Sarebbe bastato bere l’acqua del pozzo posto all’interno della casa e tracciare il segno della croce sulla ferita.
Da qui l’annuale ricorrenza, il 29 giugno, di un rito esorcistico che, per le donne pizzicate dalla taranta nelle campagne durante la raccolta del grano, iniziava nelle proprie abitazioni e si concludeva con la “liturgia” nella casa del Santo, dove venivano accompagnate da musicanti provvisti di tamburelli, violini, armoniche e organetti, per ringraziarlo della grazia ricevuta o per invocarla.
Gli strazi e le urla della pizzica tarantata hanno lasciato spazio ai canti ed ai balli che facevano dimenticare alla gente più umile le estenuanti fatiche della vita quotidiana, alla pizzica pizzica, alla sensualità della pizzica de core, la danza del corteggiamento dove i ballerini, senza mai toccarsi, si scambiano sguardi e gesti che rivelano il desiderio dell’uomo di entrare nelle grazie della donna e il piacere di lei di provocare, sventolando un fazzoletto.